Spazio Extragalattico
Il termine "galassia" (gr. galaxìas, via lattea) indica un sistema stellare che comprende miliardi di stelle, grandi
come e più del sole, gas e polvere cosmica. Il nome sta solitamente ad indicare quindi la nostra galassia, cioè la
Via Lattea. Per estensione, con questo termine si suole indicare qualsiasi ammasso di stelle e di materia
interstellare analogo alla Via Lattea. La forma delle galassie è determinata dal movimento rotatorio delle stelle
che le compongono, e proprio sulla base della loro forma esse vengono classificate in tre gruppi: gruppo E
(ellittiche); gruppo S (spirale normale); gruppo SB (spirale barrata). Vi è inoltre un quarto gruppo che
comprende le galassie irregolari, tra cui le più note sono le "Nubi di Magellano". Le galassie che noi riusciamo ad
osservare sono un numero limitato e sono le più vicine a noi. Attraverso il miglioramento continuo degli
strumenti di osservazione, aumenta il numero delle galassie osservabili. Tuttavia neanche i più potenti telescopi
sono in grado di fotografare le galassie più lontane, che vengono quindi studiate con gli strumenti della
radioastronomia e sono chiamate "radiogalassie". La radioastronomia, studiando le onde-radio emesse dalle
galassie, non solo ha permesso la scoperta di galassie non visibili per via ottica, ma ha anche fornito informazioni
sulla distanza delle braccia di alcune galassie dal loro nucleo, oltre che sulla forma e la posizione di galassie delle
quali erano visibili soltanto alcune parti. Le dimensioni di una galassia possono variare moltissimo; possiamo
tuttavia dire che mediamente esse hanno un diametro che si aggira intorno ai 100.000 anni-luce (l'anno-luce
corrisponde allo spazio che la luce, alla velocità di 300.000 km/sec percorrerebbe in un anno) e uno spessore del
nucleo centrale di circa 25.000 anni-luce. Le Nubi di Magellano, che sono le più vicine a noi, distano circa
200.000 anni-luce, ma altre galassie raggiungono distanze di miliardi di anni-luce. La loro distribuzione non è
uniforme nello spazio; si è rilevata infatti la presenza di vari addensamenti, chiamati clusters (ingl. grappoli) in
determinate zone dello spazio.
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